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Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

William Butler Yeats

Partendo dall’amore romantico, attraverso quello passionale, per arrivare all’erotismo.

Ho già detto di quanto, secondo me, sia difficile scriverne in letteratura. Forse perché è tanto difficile definirlo. Stamattina me lo sono proprio chiesta: ma alla fine, di cosa stiamo parlando?

Volendo si può trovare materiale in abbondanza a proposito, in rete e non, ma anche qui è veramente arduo assegnare delle definizioni. Il detto-non-detto, d’accordo, ma poi nemmeno. L’erotismo può essere anche esplicito, senza cadere nel pornografico. E questo solo per rimanere nel campo della scrittura. Diventa ancora più complessa la questione se si parla di immagine.

E di persone.
Ce ne sono alcune con una immensa carica erotica. Non hanno bisogno di dire o fare nulla di particolare, ma  la si percepisce questa specie di energia elettrica che emanano. Non so se siano gli occhi o il modo di muoversi, non so dirlo. E’ così e basta e spesso nemmeno loro stesse ne sono coscienti.

E infatti, l’erotismo è quel profumo sottile che si diffonde dove meno te lo aspetti. Per esempio in queste righe di Italo Calvino; è uno dei brani più erotici che abbia mai letto ed è tratto da Se una notte d’inverno un viaggiatore. Decisamente non un romanzo erotico, e, tra l’altro,  nemmeno uno di quelli che amo:

“Sono due teste di serpente che Irina afferra con ambe le mani, e che reagiscono alla sua stretta esasperando la propria attitudine alla penetrazione rettilinea, mentre lei pretendeva al contrario che il massimo di forza contenuta corrispondesse a una duttilità di rettile che si pieghi a raggiungerla in contorcimenti impossibili”.

(Italo Calvino – Se una notte d’inverno un viaggiatore -Oscar Mondadori)

E’ tardi, sono appena rientrata da Artelibro a Bologna.

A dispetto di quanto rimarcato con un certa spocchia e un antipatico birignao da un certo professore di UniTo, che ha definito Taschen “improponibile”, proprio mentre io stavo acquistando l’ennesimo Taschen sulla storia della fotografia, ritengo che l’arte debba essere disponibile, fruibile, a disposizione, bistrattabile ma soprattutto poco costosa. Una puttana generosa, insomma.

Con buona pace di tutti quegli editori meravigliosi, che pubblicano cataloghi e libri meravigliosi, ma irraggiungibili per lo più per chi vive di stipendio come me.

E’ strano come tra le recensioni in aNobii che hanno ricevuto più consensi in assoluto siano quelle che ho scritto per stroncare libri erotici (Ai miei piedi, L’altro lato del sesso, Diario di una ninfomane). Guarda caso tutti scritti da donne. Non ho ben capito se sia solo una coincidenza, io non credo però.

Scrivere di sesso è difficilissimo. Alcune scrittrici potrebbero anche farlo bene, ma mancano di coraggio. Non per niente Anaïs Nin è rimasta la sola, grandissima e insuperata scrittrice di vera letteratura erotica. Sublime, delicata, fantasiosa, ma soprattutto onesta intellettualmente. E sapeva scrivere bene.

Non so se sia un’altra coincidenza che tra i libri erotici che ho apprezzato di più ci sia Io respirai SM, di Silente, che scrittrice non è, ma che ha saputo rendere nei suoi racconti l’erotismo più estremo in maniera coraggiosa, poetica e insolitamente gentile.

Gli ultimi pensieri che ho scritto