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Le top-model subito patrimonio dell’umanità.

Linda Evangelista “Quando una ruga solca il volto di una top non è un semplice segno dell’invecchiamento: è come se un monumento venisse sfregiato, una vera e propria catastrofe”.

Ma sticazzi no?

Conversazione sentita ieri a proposito de Il Pianista di Roman Polanski:  “Bello il film. Ma hai letto il libro? Sì, quello di Baricco. E’ molto meglio”.

Letta in rete: “Fai zapping da mezz’ora e non trovi nulla. Vai in libreria e ci sono solo biografie di vip
Vai in galleria e c’è l’ultima mostra di una trentenne tettona e rifatta
Vai su Internet e ci sono solo sederini d’oro e varie…
Qual è la cura?”

Cercare meglio.

Va bene, parliamone (non sarebbe la prima volta, non sarà l’ultima).

Vago per la rete e leggo questo e mi chiedo: ma perché? Perché c’è questa strana tendenza a pensare all’amore romantico in termini di sofferenza, frustrazione, desideri disattesi? Anche in altri contesti mi è capitato di sentirmi dire: se non fa soffrire non è vero amore!

No e poi no. L’amore è (anche) romantico pure nell’appagamento pieno e nella serenità delle cose che filano via lisce. Anzi, lo è ancora di più.

Sarò forse troppo pragmatica, ma la sofferenza non mi piace e non la trovo per niente edificante.

Vorrà dire che non sono romantica?

Non ho molta affinità con i cinici, eufemisticamente parlando.

Soprattutto con quelli che fanno del loro cinismo una bandiera e poi si offendono se si dà loro degli insensibili.

E’ tardi, sono appena rientrata da Artelibro a Bologna.

A dispetto di quanto rimarcato con un certa spocchia e un antipatico birignao da un certo professore di UniTo, che ha definito Taschen “improponibile”, proprio mentre io stavo acquistando l’ennesimo Taschen sulla storia della fotografia, ritengo che l’arte debba essere disponibile, fruibile, a disposizione, bistrattabile ma soprattutto poco costosa. Una puttana generosa, insomma.

Con buona pace di tutti quegli editori meravigliosi, che pubblicano cataloghi e libri meravigliosi, ma irraggiungibili per lo più per chi vive di stipendio come me.

Gli ultimi pensieri che ho scritto